The effects of aquatic, isometric strength-stretching and aerobic exercise on physical and psychological parameters of female patients with fibromyalgia syndrome
04 . 04 . 2016
The effects of aquatic, isometric strength-stretching and aerobic exercise on physical and psychological parameters of female patients with fibromyalgia syndrome
Autori: Colibazzi V, Coladonato A, Castiglia SF
Gli effetti di un programma acquatico, di rinforzo isometrico-stretching ed esercizio aerobico su pazienti di sesso femminile con fibromialgia, sono stati oggetto di una pubblicazione sulla rivista open access Journal Physical Therapy Science nel numero 27 dello scorso anno. L’autore Dilek Sevimli e i suoi collaboratori, tutti afferenti alla Cukurova University di Balcalı-Adana in Turchia, hanno effettuato una comparazione tra gli effetti apportati da un programma d’esercizi acquatici, un programma home based di rinforzo isometrico associato a stretching e un programma di ginnastica aerobica su differenti parametri fisici e mentali di donne affette da questa malattia.
Le pazienti sono state seguite per un periodo di tre mesi e valutate pre-post trattamento secondo differenti outcome: Visual Analogical Scale (VAS) per il dolore, il Questionnary Inventory per la Fibromialgia (FIQ) riguardo lo stato mentale, il Six Minutes Walking Test (6MWT) per misurare la resistenza, le scale per componenti mentali e fisiche del SF 36 per valutare la qualitĂ di vita ed infine il Beck Depression Inventory (BDI) per la depressione.
Analisi statistiche hanno consentito il confronto tra i risultati ottenuti pre-post trattamento nel singolo gruppo e tra due e tre gruppi appaiati.
I risultati, rappresentati in due tabelle inserite nel testo, confermano miglioramenti significativi pre-post trattamento per il secondo e il terzo gruppo; nessuna differenza statisticamente significativa emerge nel confronto tra i due per gli outcome considerati, fatta eccezione per il BDI e il punteggio della scala per la componente mentale del SF 36 in cui il gruppo acquatico presenta maggiori miglioramenti. Il gruppo ISSEP presenta risultati nettamente inferiori, con un miglioramento significativo pre-post test solo nella VAS e nel BDI che risultano entrambi aumentati.
Nella discussione, gli autori dichiarano come limite principale dello studio l’interferenza data dagli scarsi risultati riportati in quasi tutti gli outcome dal primo gruppo, che potrebbe condizionare le differenze statistiche riscontrate negli altri due. Per giustificare, invece, i migliori risultati ottenuti dal gruppo acquatico, avanzano l’ipotesi che la superiorità di questo programma (riscontrata peraltro solo in un paio di outcome non prettamente fisici) sia dovuta alle ridotte forze di carico agenti sulle articolazioni e all’utilizzo esclusivo di contrazioni concentriche ed isocinetiche durante l’immersione in acqua. Concludono, quindi, affermando che successivi studi, che prevedano anche una maggiore stratificazione del campione secondo variabili rilevanti, sono necessari per approfondire i risultati trovati.
D’altra parte lo scopo ultimo dello studio, ovvero valutare quale programma di esercizi sia il più efficace nel management di pazienti di sesso femminile con fibromialgia, è stato già affrontato e chiarito in lavori precedenti di buona qualità metodologica. A tal proposito vorremmo citare le linee guida internazionali dell’European League Against Rheumatism (EULAR) redatte nel 2008 in cui il trattamento in acqua si afferma già come uno dei primi step di gestione del paziente fibromialgico dopo il trattamento farmacologico. In questa ottica sarebbe stato più interessante indagare se l’associazione di un programma di trattamento in acqua ed a terra ottenga maggiori risultati rispetto alla esecuzione del singolo trattamento.
In ultimo i dati emersi in un lavoro presentato al congresso internazionale d’idrokinesiterapia Aqua Leuven 2015, che indagava la concordanza tra evidenza scientifica e pratica clinica in idrokinesiterapia attraverso un vaglio della letteratura e una survey su un campione d’idrokinesiterapisti italiani, mostrano per la fibromialgia una carente acquisizione nella pratica quotidiana delle numerose evidenze rese disponibili dalla letteratura.
Auspicabile è quindi la promozione di giornate informative destinate a professionisti sanitari e non ed alle associazioni nazionali rappresentative di patologia, allo scopo d’aggiornare i soggetti interessati circa le evidenze emerse in letteratura e promuoverne la diffusione per iniziare, da un lato, un percorso di riconoscimento istituzionale e consapevolizzare; dall’altro, l’utente finale, ovvero i pazienti.
1 Carville SF et al, EULAR evidence based recommendations for the management of fibromyalgia syndrome, Annals of Reum Disorders 2007
2 Evoluzione del sistema DRG nazionale.Superamento dei limiti del sistema di classificazione DRG inspecifici settori o per specifiche condizioni.Sistema di classificazione dei pazienti in riabilitazione. Ministero della salute 2006
3 Colibazzi V et al, Evidenza scientifica e pratica clinica in idrokinesiterapia: c’è concordanza? Un vaglio della letteratura e un questionario tra gli idrokinesiterapisti italiani, Journal sport and Anatomy 2015;3-4:97-102
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