Evidence-based medicine (EBM) e processo decisionale condiviso (PDC) — shared decision making — sono due competenze professionali indispensabili per migliorare la qualità dell’assistenza, ottimizzare l’utilizzo delle risorse e migliorare l’esperienza di cura dei pazienti, ma la loro potenziale sinergia continua ad essere sottovalutata (1).
Secondo David Sackett, l’EBM “inizia e finisce con il paziente” (2): infatti, il medico dopo aver identificato e valutato le migliori evidenze disponibili le integra, alla luce della propria esperienza, nelle decisioni cliniche rispettando i valori e le preferenze del paziente. Questo, di fatto, è lo step più complesso e meno documentato dell’EBM, spesso criticata per ignorare valori e preferenze del paziente (3).
Attraverso il PDC, medico e paziente collaborano per raggiungere una decisione condivisa dopo aver valutato insieme rischi e benefici delle differenti opzioni diagnostico-terapeutiche, tenendo in considerazione valori, preferenze e condizioni specifiche del paziente. Di fatto, il PDC rappresenta l’intersezione tra le capacità comunicative centrate sul paziente e l’EBM, con l’obiettivo di garantire “la migliore assistenza basata sulle migliori evidenze”, nel pieno rispetto delle preferenze del paziente.
In realtà , EBM e PDC non sono nemmeno "separati alla nascita": infatti opinion leader, ricercatori e docenti dei due approcci si sono formati, hanno lavorato, collaborato e pubblicato in contesti differenti. Ad esempio, nel 1997 Charles C et coll (4). hanno definito il PDC come competenza core della comunicazione medico-paziente, senza alcun riferimento all’EBM che in quegli anni, peraltro, muoveva i suoi primi passi (2). Dal canto suo, affondando le radici nell’epidemiologia clinica, l’EBM si è focalizzata principalmente su metodi e strumenti per facilitare la ricerca, la valutazione e la sintesi delle evidenze, dedicando poca attenzione a come condividerle con il paziente e integrarle nel processo decisionale. Inoltre, se l’EBM ha enfatizzato problematiche che condizionano integrità e trasparenza della ricerca (risultati non pubblicati, bias e distorsione dei risultati, conflitti di interesse) e i traguardi delle tecnologie informatiche per facilitare l’accesso alle evidenze, scarseggiano le informazioni su come utilizzare le evidenze nel processo decisionale con i pazienti.
Il disallineamento tra i due approcci viene alimentato anche dai programmi di formazione di studenti e professionisti: infatti, anche se le opportunità di apprendere l’EBM sono sempre più numerose, si focalizzano prevalentemente sulla formulazione del quesito clinico e sulla ricerca/valutazione critica delle evidenze (5); mentre la loro integrazione nelle decisioni cliniche è uno step assente o solo accennato che non prevede, in ogni caso, alcun training pratico.
Al fine di integrare i due approcci è innanzitutto indispensabile includere il training sul PDC nell’insegnamento dell’EBM, al fine di...
Medical English reading skills: inglese scientifico per l'EBP (Step 1)
L’evento si volgerà a Bologna il 16-17-18 maggio 2016 ed è destinato a tutti quei professionisti che hanno una conoscenza nulla o elementare della lingua inglese.
L’obiettivo è d’imparare a leggere la letteratura internazionale per l’aggiornamento professionale.