Con il caldo di questi giorni, tutti ci ricordano che bisogna bere molta acqua. Perfino il BMJ pubblica la pubblicità di una organizzazione chiamata Hydration for Health che sottolinea l’importanza di bere acqua per la nostra salute. Ma qualcosa non torna, tanto che Fiona Godlee, editor del BMJ, deve correre ai ripari con un editoriale nel quale dichiara che quella pubblicità è scappata tra le maglie della rete della propria redazione. Redazione che, secondo linee guida interne alla rivista, dovrebbe controllare la veridicità e l’affidabilità , non solo degli articoli scientifici, ma anche delle pubblicità che vengono pubblicate. Infatti in quella pubblicità che invita a bere più acqua, Hydration for Health fa affermazioni che non hanno sufficienti prove provenienti dalla ricerca. E poi, guarda caso, è sponsorizzata dalla Danone, che produce bottiglie di acqua minerale sotto diversi marchi.
Della questione si occupa Margaret Mc Cartney, medico di base di Glasgow e collaboratrice del BMJ, in un articolo nel quale mette a nudo la mancanza di prove del beneficio di bere acqua oltre il normale soddisfacimento della sete. Dunque bisogna o no bere almeno un litro e mezzo o due di acqua al giorno, come viene da più parti raccomandato, e come spesso gli stessi medici forse un po’ acriticamente consigliano? Ci sono o no prove provenienti dalla ricerca che indicano davvero l’utilità di questa abitudine?
No, non ci sono, secondo l’analisi effettuata da Margaret Mc Cartney e pubblicata sul BMJ. Non ci sono prove sufficienti che questa abitudine sia benefica per la salute, anche se certamente è benefica per i produttori di acque minerali, considerata anche la scarsa affezione che le persone (e soprattutto gli italiani) mostrano per la generosa, abbondante e sicura acqua del rubinetto. A sostegno della sua posizione, la dottoressa Mc Cartney cita...
Medical English reading skills: inglese scientifico per l'EBP (Step 1)
L’evento si volgerà a Bologna il 16-17-18 maggio 2016 ed è destinato a tutti quei professionisti che hanno una conoscenza nulla o elementare della lingua inglese.
L’obiettivo è d’imparare a leggere la letteratura internazionale per l’aggiornamento professionale.