I metodi di ricerca tradizionali sono sempre meno adeguati a produrre risultati applicabili nella pratica clinica. Piuttosto che cercare di applicare ai singoli casi i risultati delle ricerche e le indicazioni delle linee-guida, occorrerebbe modificare proprio le metodologie di ricerca.
Secondo le autrici di un articolo del New England Journal of Medicine, Sherine Gabriel e Sharon-Lise Normand, la ricerca sugli esiti centrata sui pazienti e la comparative-effectiveness research potrebbero migliorare la possibilità di valutare le diverse opzioni e prendere decisioni.
Come siamo arrivati a questo punto? Ecco come è fotografata la situazione attuale da S Gabriel e SL Normand.
- Multimorbilità sempre più diffusa a causa dell’invecchiamento della popolazione: ciò comporta un aumento delle possibilità di risposte diverse allo stesso trattamento
- Aumento dei trattamenti disponibili per una stessa patologia e delle opzioni per la prevenzione
- Necessità di valutare anche la dimensione economica
- Grandi aspettative riposte nella medicina individualizzata e consistenti investimenti nella ricerca sulle interazioni tra genetica, epigenetica e altre caratteristiche dei singoli individui.
Una serie di articoli sul JAMA Internal Medicine indaga sulle molteplici cause che portano a un uso inappropriato delle risorse in sanità .
Un ruolo chiave è giocato dall’informazione, da quello che si sa e non si sa, si dice e non si dice, sia da parte del personale medico, sia sul fronte dei pazienti.
Per esempio: più i pazienti sono informati su rischi e benefici dell’angioplastica in caso di angina stabile, minori sono le probabilità che accettino di sottoporsi all’intervento. Tuttavia, come evidenzia ...