Sul British Medical Journal un articolo analizza il cosiddetto "placebo by proxy": medici e familiari possono avere una risposta emotiva a un trattamento somministrato a un paziente e pensare che il trattamento stia aiutando il paziente perfino in assenza di qualsiasi beneficio fisiologico o indicazione da parte del paziente che il trattamento stia funzionando. Un fenomeno che può avere implicazioni per la pratica clinica, con pro e contro.
Gli autori riportano l'esempio di un ipotetico bambino con una malattia virale delle vie respiratorie superiori: i genitori sono convinti che abbia bisogno di un antibiotico, oppure il medico è convinto che i genitori sono convinti che sia necessario un antibiotico. L'antibiotico viene prescritto, e sono tutti più contenti, e si sentono meglio: padre, madre, figlio o figlia, fratello e sorella. L'antibiotico però è un "placebo impuro", e ha anche degli effetti collaterali, per cui può essere dannoso.
Una serie di articoli sul JAMA Internal Medicine indaga sulle molteplici cause che portano a un uso inappropriato delle risorse in sanitĂ .
Un ruolo chiave è giocato dall’informazione, da quello che si sa e non si sa, si dice e non si dice, sia da parte del personale medico, sia sul fronte dei pazienti.
Per esempio: più i pazienti sono informati su rischi e benefici dell’angioplastica in caso di angina stabile, minori sono le probabilità che accettino di sottoporsi all’intervento. Tuttavia, come evidenzia ...